La neuroplasticità è la capacità del cervello di adattarsi e modificarsi in risposta a esperienze, apprendimenti e stimoli. Un tempo si pensava che le strutture cerebrali fossero immutabili; oggi sappiamo che il cervello rimane plastico per tutta la vita, creando connessioni e percorsi nuovi. Questo processo facilita il cambiamento, supportando il superamento delle difficoltà e il miglioramento del benessere psicologico.
Nel contesto terapeutico, questa plasticità del cervello apre la strada a nuovi schemi di risposta e modalità di pensiero che possono promuovere la crescita emotiva e la resilienza. Le tecniche utilizzate in psicoterapia, come l’immaginazione attiva, la mindfulness, l’analisi dei sogni, ecc. stimolano la neuroplasticità, favorendo la formazione di connessioni cerebrali più adattive e funzionali.
Sono Michele Accettella, psicologo, psicoterapeuta, analista junghiano a Roma. Da oltre 15 anni aiuto le persone a migliorare la qualità delle loro vite attraverso la crescita della personalità.
Il mio lavoro consiste nel creare le migliori condizioni possibili — all’interno della relazione terapeutica — per far emergere e sviluppare al meglio gli aspetti complessi della tua personalità, conquistando con questo una maggiore soddisfazione di vita.
Un aspetto straordinario della neuroplasticità è la sua capacità di aiutare a superare i traumi e promuovere una crescita autentica. Esperienze traumatiche possono lasciare tracce profonde nel cervello, influenzando la percezione della realtà e i comportamenti successivi. Grazie alla neuroplasticità, tuttavia, è possibile riorientare le risposte cerebrali associate al trauma, sostituendo reazioni di paura o stress con schemi mentali più positivi.
Durante la psicoterapia, l’approccio alla neuroplasticità permette di sfruttare le capacità adattive del cervello per facilitare un cambiamento duraturo. Tecniche come l’immaginazione guidata e il rilassamento progressivo contribuiscono a ridurre l’impatto emotivo del trauma, aiutando a costruire una maggiore resilienza e una risposta più equilibrata agli eventi.
Con la pratica e il lavoro terapeutico, i neuroni coinvolti in nuove riflessioni e comportamenti creano connessioni sempre più forti. Questo rafforza la capacità di affrontare lo stress e le emozioni, modellando il cervello per rispondere in modo flessibile alle sfide quotidiane.
Un aspetto fondamentale della neuroplasticità indotta dalla psicoterapia è la modifica sinaptica, dove le connessioni tra neuroni si rafforzano o si indeboliscono in base alle esperienze. Questo fenomeno, noto anche come potenziamento sinaptico, consente di consolidare nuove abitudini di pensiero e comportamento. Durante la terapia, la ripetizione di schemi di pensiero positivi e costruttivi permette di consolidare queste nuove sinapsi, rendendo più accessibili le risposte adattive.
La creazione di nuove connessioni neuronali supporta il processo di trasformazione personale: ogni volta che esploriamo nuove prospettive, il cervello forma connessioni che sostituiscono progressivamente i vecchi schemi mentali, rendendo i cambiamenti raggiunti durante la terapia duraturi e integrati nella vita quotidiana.
La mindfulness favorisce la consapevolezza del momento presente e l’accettazione delle emozioni, riducendo le risposte automatiche a situazioni stressanti. In psicoterapia, la mindfulness stimola la neuroplasticità sviluppando l’autoregolazione emotiva. Attraverso esercizi di respirazione e osservazione consapevole, le persone imparano a riconoscere e modulare le loro reazioni emotive, migliorando il controllo delle risposte agli eventi quotidiani.
La pratica della mindfulness attiva aree cerebrali responsabili della regolazione delle emozioni, come la corteccia prefrontale, e riduce l’attività dell’amigdala, implicata nella risposta allo stress. Questo processo crea connessioni neurali che facilitano reazioni più bilanciate e consapevoli, sostenendo un cambiamento duraturo nella gestione delle difficoltà.
Oltre all’autoregolazione emotiva, la mindfulness apporta benefici significativi al cervello, contribuendo al benessere complessivo. Ricerche dimostrano che la pratica regolare della mindfulness può aumentare lo spessore corticale in aree legate alla memoria e alla concentrazione, come l’ippocampo, migliorando la resilienza mentale e la capacità di affrontare situazioni stressanti.
Praticare mindfulness modifica le connessioni cerebrali coinvolte nella consapevolezza di sé e nell’elaborazione emotiva, rafforzando l’adattabilità agli eventi. Questo approccio in psicoterapia favorisce una neuroplasticità che sostiene la salute mentale, rendendo il cervello più flessibile e resistente alle sfide quotidiane.
La neuroplasticità offre una maggiore adattabilità, aiutando a sviluppare nuove risposte agli eventi stressanti. Durante la psicoterapia, il cervello crea percorsi che facilitano una risposta più bilanciata a queste situazioni. Nel tempo, queste connessioni rinforzano la resilienza e consentono di affrontare le difficoltà con una visione più positiva.
Questa flessibilità mentale permette di gestire lo stress con maggiore equilibrio, riducendo l’impatto negativo degli eventi e favorendo il benessere a lungo termine. La psicoterapia, con il suo impatto sulla neuroplasticità, supporta la costruzione di risposte cognitive e comportamentali che rafforzano la resilienza e il benessere emotivo.
La neuroplasticità contribuisce anche al rafforzamento delle abilità relazionali, influenzando le aree cerebrali associate all’empatia, alla comunicazione e alla regolazione emotiva. Durante il percorso terapeutico, le connessioni neurali si modificano, facilitando una migliore comprensione dei propri stati emotivi e di quelli altrui.
Questa crescita interiore favorisce interazioni più autentiche e appaganti, sostenendo relazioni sociali durature e sane. La neuroplasticità permette quindi di sviluppare abilità relazionali che migliorano la stabilità emotiva e la capacità di comunicazione, rafforzando il benessere psicologico e sociale.
La neuroplasticità rappresenta una risorsa preziosa per chi intraprende un percorso di psicoterapia, poiché favorisce un cambiamento duraturo nel modo di pensare, sentire e relazionarsi. Attraverso la riorganizzazione delle connessioni neuronali, la psicoterapia stimola una trasformazione che non si limita a ridurre i sintomi ma promuove una crescita profonda e autentica.
Ogni connessione neuronale rafforzata consolida nuovi schemi di pensiero, comportamenti e abilità relazionali, rendendo i cambiamenti acquisiti stabili e duraturi. La neuroplasticità non è solo un processo biologico, ma una risorsa che permette di costruire un benessere duraturo e una vita più equilibrata.
Per esplorare come la psicoterapia possa favorire cambiamenti cerebrali e promuovere il benessere mentale, puoi leggere il nostro approfondimento su come la psicoterapia cambia il cervello.
Michele Accettella
Sono psicoterapeuta abilitato all’esercizio permanente dall’Ordine degli Psicologi del Lazio.
In oltre 15 anni ho accumulato più di 15.000 ore di lavoro in ambito clinico, come psicologo e come psicoterapeuta.
Per diventare analista junghiano, per oltre 5 anni, sono stato anch’io in terapia, poiché per conoscere l’altro è necessaria una conoscenza approfondita di sé.
L’attenzione al lavoro clinico, ancora oggi, viene periodicamente rinnovata negli incontri riservati di supervisione che svolgo presso il “CIPA – Centro Italiano di Psicologia Analitica“: un’associazione che da oltre 50 anni cura la formazione degli psicoterapeuti junghiani in Italia, di cui sono “Membro del Comitato Direttivo Nazionale”.
Sono Psicologo Analista abilitato alla docenza, alle analisi di formazione e alle supervisioni presso la “Scuola di Specializzazione in Psicoterapia” del CIPA riconosciuta dal MUR.
Dal 2021 al 2025 sono eletto Segretario scientifico e Direttore della Scuola di psicoterapia dell’Istituto di Roma del CIPA.
Dal 2019 sono stato iscritto nell’Albo dei docenti esterni di 1° Livello – Area C di Roma Capitale.
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